BETAMAX, VHS, DVD… la storia dell’home video

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L’home video dagli anni 70’ ad oggi ha subìto enormi cambiamenti ed evoluzioni, a partire dal BETAMAX e dal VHS fino ad arrivare ai moderni supporti in alta definizione e allo Streaming Online.

Il primo sistema di videoregistrazione magnetica destinato al mercato domestico fu il Betamax. Tale sistema venne sviluppato dalla Sony nel 1975 in Giappone e sfruttava la già nota tecnica della scansione elicoidale ma con la variante “azimutale” che permetteva di evitare le bande di guardia sul nastro facendolo avanzare molto lentamente. Ebbe grande successo ma forse non tutto quello che meritava poiché dopo un anno e 30.000 prodotti venduti (tra SL-6300, SL-7200 e LV-1801), arrivò il VHS (Video Home System) della casa rivale JVC (Japan Victor Company).

Sul mercato si presentava in tre modelli: le cassette da 180 minuti (nastro standard), quelle da 240 minuti (nastro sottile) e quelle da 5 ore dotate di nastro super sottile. Tecnicamente inferiore nella compattezza delle cassette e nella qualità, tranne che per l’economicità e la durata della registrazione che era superiore (arrivava fino a 4 ore), il VHS dominò incontrastato il mondo della registrazione video fino agli anni 90’. Questo grazie alle felici e fortunate scelte della JVC in ambito commerciale, tra cui gli accordi con produttori, case cinematografiche e negozi di videonoleggio ai quali venivano offerti pacchetti su misura e prezzi a stock privilegiati.

Nel 1980 la Philips (multinazionale olandese) provò a entrare nel settore con il suo Video2000, poco più grande del VHS, ma registrabile su entrambi i lati (poteva arrivare a 8 ore di registrazione complessive). Seppure tecnicamente all’avanguardia, venne abbandonato nel1989 dopo non essere riuscito a conquistare fette significative di mercato e soprattutto poiché dovette scontrarsi con la forza del marketing delle aziende giapponesi.

Nel 1985, sebbene in numero assoluto le vendite non fossero poi così deludenti, il fatto di dividere il mercato con il VHS in proporzioni del 30% – 70%, fece decidere alla Sony di cominciare a dirigere i propri investimenti verso un nuovo campo, quello dei supporti per videocamere amatoriali, con il proprio formato Video8.

Il Video8 era uno standard di videoregistrazione per i sistemi televisivi PALSECAM e NTSC. Allo standard Video8 originale, venne aggiunta con il tempo la versione aggiornata Hi8 (400 linee televisive e un migliore dettaglio dell’immagine) e in tempi più recenti  la versione digitale del formato chiamata Digital8, con la sua variante più piccola miniDV, divenuta per le sue qualità lo standard dei camcorder digitali.

In termini di qualità video, il Video8 e il VHS offrivano prestazioni simili (entrambi dichiarano 240 linee orizzontali) ma per quanto concerne la qualità audio il Video8 aveva prestazioni molto superiori ai concorrenti poiché, a differenza del VHS e del BETAMAX che registravano l’audio su una sottile traccia longitudinale sul bordo del nastro (zona molto sensibile ai danneggiamenti), usava la modulazione di frequenza audio (AFM) per registrare il suono insieme alle tracce video. In più poteva vantare maggiore maneggiabilità per via delle ridotte dimensioni delle videocassette.

Il VHS-C fu l’alternativa, introdotta da JVC e Panasonic al Video8, che usava lo stesso nastro magnetico e lo stesso formato di registrazione del VHS, ma in una videocassetta molto più piccola e compatta. Come il Video8 non riuscì mai a sostituire il VHS.

Il VCD, Digital Video Compact Disc o Video CD, venne progettato dal consorzio composto da Sony, Philips, Panasonic e JVC e fu uno standard di videoregistrazione su compact disc che però non ebbe grande fortuna in ambito commerciale, nonostante le sue versioni 1.0, 2.0 e 3.0.

“Tutti insieme appassionatamente” per creare il supporto di memoria di tipo ottico più usato a cavallo tra gli anni 90’ e 2000, Philips, Sony, Panasonic, Hitachi, Warner, Toshiba, Thomson, Pioneer e JVC cooperarono per dare vita al DVD, Digital Versatile Disc.
L’intento era quello di creare un formato di immagazzinamento di grandi quantità di video digitali che fosse accettato senza riserve da tutti i maggiori produttori, evitando quindi tutti i problemi di incertezza del mercato dovuti alla concorrenza fra formati che si erano presentati al tempo dell’introduzione delle videocassette per uso domestico. Per questo vennero ideati il DVD-Video, destinato a contenere film, il DVD-Audio, pensato per sostituire il CD-Audio e il DVD-ROM per sostituire il CD-ROM.

Nel 2002 fece invece la sua comparsa il Blu-ray Disc, il supporto ottico per eccellenza, perfetto per le televisioni ad alta risoluzione, che offriva ed offre tuttora la possibilità di contenere molti più dati rispetto a un DVD normale (fino a 200 GB) grazie anche all’utilizzo di un laser a luce da blu (405 nm), di lunghezza d’onda più corta rispetto al CD (720 nm) ed al DVD (650 nm). Il successivo e finora ultimo step è stato quello del Blu-ray 3D per stare di pari passo con le nuove tecnologie dei televisori a tre dimensioni. Ad oggi in termini di qualità dell’immagine e compatibilità non sembra avere rivali. Ma il futuro del audio/video è sul web e le maggiori industrie lo hanno capito.

Lo streaming online e gli innumerevoli social network nati negli ultimi anni ne sono una conferma. Staremo a vedere quali saranno i prossimi passi. Noi di Berti Optometria restiamo sempre aggiornati e siamo sempre in linea con le ultime tendenze e tecnologie.